Breve guida alle uve rosse di Verona, gli ingredienti dei vini della Valpolicella e del Bardolino.
Amarone, Valpolicella, Ripasso e Bardolino sono vini molto diversi ma con un elemento in comune: sono tutti prodotti con le stesse uve rosse di Verona, varietà indigene, coltivate quasi esclusivamente nel Veneto.
A differenza di altri importanti vini italiani come ad esempio il Barolo, che è espressione di un singolo vitigno (il Nebbiolo), i vini rossi di Verona sono frutto dell’assemblaggio di varietà diverse in cui ognuna concorre all’equilibrio finale e accresce la complessità del vino. Un mix di uve autoctone, storicamente coltivate in questa zona e che si trovano in pochi altri luoghi al mondo.

LA CORVINA
E’ la varietà a bacca rossa più coltivata e più importante della provincia di Verona. E’ il vitigno principale dell’Amarone , del Ripasso e del Bardolino (almeno il 45%). Viene vinificata anche in purezza in molti vini IGT-Indicazione Geografca Tipica
Il suo nome deriva probabilmente al colore dell’acino che maturo assume sfumature scure, verso il blu e viola, ricordando le piume del corvo, anche se in realtà i suoi vini non hanno una colorazione particolarmente carica.
Ma esiste anche una leggenda locale che spiegherebbe l’origine del suo nome. Secondo la leggenda, un tempo le colline della Valpolicella erano coltivate solo con uve a bacca bianca e per difendere il raccolto i contadini uccidevano i corvi che si nutrivano dei grappoli. Ma un giorno un contadino trovò un corvo ferito, ne ebbe pietà e lo curò. Una volta guarito, il corvo volò vicino ai suoi vigneti e trasformò l’uva da banca a nera e così nacque la Corvina.
Quest’uva conferisce ai vini profumi di buona intensità che ricordano i frutti rossi soprattutto la ciliegia e le spezie, pepe in particolare. Dal punto dei vista dell’ampelografia, il grappolo ha dimensioni medie è piuttosto compatto e con un’ala spesso lunga. L’acino è di media grandezza e di forma ovale e la buccia, di colore blu violaceo, è spessa e consistente (adatta infatti all’appassimento). Ha una spiccata acidità ed è mediamente tannica.
CORVINONE
E’ stato per molti anni considerato una mutazione della Corvina veronese ma dal 1993 viene classificato come varietà a sè stante seppur della famiglia dei vitigni delle “Corvine”. Il suo nome è dovuto al fatto che sia il grappolo che l’acino hanno dimensioni più grandi rispetto alla Corvina. Il Corvinone dà ai vini grande finezza e uno straordinario equilibrio qualitativo. Ha una maturazione più tardiva rispetto alla Corvina ed è per questo diffuso in in particolar modo sulle colline, a causa della sua naturale difficoltà nel giungere a maturazione nelle zone pianeggianti.
Il grappolo è grande, piramidale, meno compatto della Corvina e dotato generalmente di due ali ben distinte, gli acini sono grandi ed ellissoidali. Non viene mai utilizzato in purezza, ma usato in assemblaggio con tutte le altre varietà della Valpolicella. Vinificato singolarmente, il Corvinone tende a presentare minore alcolicità e acidità più marcata rispetto alla Corvina.
RONDINELLA
Quest’uva deve il suo nome al colore scuro della buccia che ricorda le piume delle rondine. Possiede una grande capacità di accumulare gli zuccheri e una naturale vocazione aromatica. E’ proprio per questo un vitigno particolarmente apprezzato nella produzione del Recioto, il vino passito dolce della Valpolicella.
Il suo grappolo è molto compatto, di forma piramidale allungata e gli acini sono sferoidali dalla buccia spessa. Dona al vino profumi e aromi intensi di frutta rossa e spezie e un buon contenuto di tannini.
MOLINARA
E’ un vitigno delicato, dal colore trasparente tendente al rosato dovuto dalla scarso contenuto di polifenoli. Si chiama così per la consistente quantità di pruina, un lievito naturale, che rende gli acini biancastri e la fa apparire quasi spolverata di farina, come se fosse il prodotto della macina di un “molino”. E’ nota anche come “uva salata” per il suo equilibrio che non spinge nè sull’acidità nè sui tannini, facendone emergere la sapidità.
Dal 2003 non è più obbligatoria nel disciplinare di produzione dell’Amarone. Viene comunque considerata uno degli ingredienti tradizionali, al pari della Corvina e della Rondinella. Tuttavia, negli ultimi, a causa del suo colore “più scarico” molti produttori ne hanno ridotto l’impiego, a favore di uve in grado di conferire sfumature più intense.
Varietà minori
Oseleta
Si tratta di uno dei vitigni storici della Valpolicella ma è stata per molto tempo abbandonata perchè poco produttiva. Ha infatti un grappolo piccolo, tozzo, compatto e con acini minuti. La sua buccia contiene molti polifenoli e per questo è considerato il vitigno con più sostanza colorante del veronese. Oggi alcuni produttori l’hanno “riscoperta” ed è vinificata anche in purezza.
Pelara o Dindarella
E’ un vitigno soggetto a colatura floreale. Ciò significa che più fiori del normale non si trasformano in acini, facendo risultare i grappoli spargoli o appunto “pelati”. Le sue uve usate fresche producono un vino delicato e leggermente aromatico.
Negrara
Varietà coltivata sia in Veneto che in Trentino Alto Adige. Il grappolo e gli acini sono di grandi dimensioni, la buccia spessa e con molti tannini. Come la Pelara viene talvolta usata in piccole percentuali per arricchire il blend.
Forsellina
Quest’uva ha vissuto nel tempo fortune alterne. In alcuni periodi è stata molto apprezzata per la sua resistenza alle malattie, mentre nel dopoguerra abbandonata per la sua scarsa resa. Produce un vino di colre chiaro ed è usata solo come uva minore negli uvaggi di Valpolicella e Bardolino.
Rossignola
Si tratta un’uva storica che conferisce una particolare nota sapida nei vini in cui è utilizzata. Tuttavia a causa della scarsità di colore e del corpo leggero nel corso degli anni è sempre meno diffusa.
Un Wine tour della Valpolicella accompagnato da una sommelier locale ti consentirà di scoprire di persona le uve rosse di Verona, assaggiare i vini che producono e conoscere i produttori.
Subscribe to our newsletter!
We do not spam. You can unsubscribe anytime.